Il faggio di Dòs Borèl
Si erge ai margini di un prato in località Dòss Borèl , a monte dell'abitato di Bolbéno poco oltre il santuario della Madonna del Làres, sulla vecchia carrareccia che mena a Prà di Bondo attraverso prati, faggeti e bosco. Gli si attribuiscono almeno trecento anni; è alto una trentina di metri con un diametro di uno e mezzo e una circonferenza di cinque. Impressionante la dimensione dei rami. sembrano alberi a loro volta. Merita una visita.
I colori dell'autunno nei boschi delle nostre valli rappresentano uno spettacolo straordinario; i versanti dei monti assumono tinte che vanno dal verde cupo degli abeti al verde chiaro dei larici, per passare al rosso dei faggi e degli aceri attraverso un'infinita varietà di toni che sfumano dal giallo dei noccioli all'arancio e al marrone dei ciliegi, cangianti di ora in ora a seconda degli umori del tempo, diversi di giorno in giorno.
Ad impreziosire questa tavolozza qua e là si incontrano delle creature incredibili, dei veri e propri "monumenti vegetali", alberi censiti e protetti dall'ente pubblico. Fra questi merita un cenno "il faggio di Bolbeno". Venne definito da Marco Zorzi "...la massima espressione estetica della natura, sia nella mole maestosa ed elegante, sia nella ramificazione armoniosa che supporta la magnifica chioma, in una continua variazione pittorica di colori conseguente all'evolversi delle stagioni...e forma un quadro molto suggestivo con l'ambiente circostante".
Si erge ai margini di un prato in località Dòss Borèl , a monte dell'abitato di Bolbéno poco oltre il santuario della Madonna del Làres, sulla vecchia carrareccia che mena a Prà di Bondo attraverso prati, faggeti e bosco. Gli si attribuiscono almeno trecento anni; è alto una trentina di metri con un diametro di uno e mezzo e una circonferenza di cinque. Impressionante la dimensione dei rami. sembrano alberi a loro volta. Merita una visita.